martedì 18 settembre 2012

Allattamento – Perchè


Ignorando di proposito tutti i perché scientificamente validi e dimostrati che attestino la superiorità dell’allattamento al seno rispetto a quello artificiale, mi sento di dire come mamma che allatta da 11 mesi la sua piccola creatura, che l’allattamento al seno è molto più che nutrienti, vitamine e immunoglobuline; è dare tutto quello che si è e che si ha ai nostri figli. Creare con loro un legame spirituale che va oltre il gesto della nutrizione. Dare il seno ai nostri bimbi piccoli quando hanno anche paura e bisogno di affetto per ambientarsi in questo nuovo mondo tutto sconosciuto in cui si sentono persi, li aiuterà ad avere fiducia, in noi mamme pronte ad accogliere i loro bisogni e in loro stessi in quanto si sentiranno degni di essere amati. Allattare al seno è stancante e all’inizio anche difficile purtroppo', ma il premio è impagabile; un lattante che si addormenta con lo sguardo beato al seno o un bambinetto più grande che mentre prende il latte dalla sua mamma alza lo sguardo, le regala un sorriso colmo di felicità e si riattacca al seno.
Prendo una frase non mia che secondo me rende proprio l’idea del suo significato:
E’ un dono, sebbene sia difficile stabilire chi dà e chi riceve”
(C. Gonzales – Un dono per tutta la vita)

Allattamento – Informazioni utili


Se avete dubbi sull’allattamento, sulla corretta posizione da tenere o su come risolvere il problema della ragadi potete risolvere da sole, chiedere ad un’amica, ad una mamma, andare al consultorio o chiamare una consulente.
Spesso capita però di avere problemi medici e non sapere come risolvere la situazione.
La prima cosa che dovete fare è cercare un ospedale in cui sia presente anche il pronto soccorso pediatrico e prenderne nota in caso di necessità, se vostro figlio o voi aveste bisogno quello sarebbe il posto migliore.
Perché ho detto “Voi”? Perché vi potrà capitare di stare male, più o meno improvvisamente e magari avrete bisogno di cure e medicine, e anche se non se ne può essere sicuri è più probabile che li possano essere più attenti al discorso allattamento (quanto meno sanno cosa è visto che dei bambini di li passano).
Parecchie volte se un medico ha dei dubbi chiama il collega pediatra e chiede se quella cura va bene per la donna che allatta, se andate li alle 3 di notte e non c’è un pronto soccorso pediatrico, probabilmente non ci sarà nessun pediatra a cui chiedere e per non correre il rischio il medico vi potrebbe suggerire di non allattare o magari avrebbe potuto prescrivervi un farmaco altrettanto valido compatibile con l’allattamento!
Ve lo dico per esperienza personale, ho allattato mentre curavo una polmonite grazie a un medico che ha chiamato il pediatra con cui concordare una cura che andasse bene per me e per il mio allattamento!
La seconda cosa che potete fare è consultare il libro Medications and mother’s milk di Thomas Hale, se lo trovate.
E’ un libro (un mito a dire il vero visto che non l’ho mai visto) in cui sono contenute le indicazioni per i principali tipi di farmaci. Sembra che questo introvabile libro sia in dotazione standard alle consulenti della lega del latte (motivo in più per chiedere se avete bisogno!).
Un sito in spagnolo dell’ospedale di Denia
dove nel menu a destra troverete la classificazione dei farmaci, ad esempio scegliendo consulta per prodotto vi comparirà un menù a tendina con l'elenco dei farmaci e tra parentesi le marche più conosciute, ad esempio sotto la voce amoxicillina troviamo tra parentesi i nomi commerciale e sotto una tabella indica che è sicuro (0).
Altre informazioni si possono trovare in inglese sul sito dell'associazione americana pediatria
Per questi siti vale la regola che se non c'è non lo puoi usare, proprio perché magari la lista non è aggiornata.
Se questo non basta, esiste medline, un sito che racchiude migliaia di articoli scientifici. Medline è una banca dati di pubblicazioni mediche, bisogna cercare bene l'argomento e diciamo pure che è più di facile comprensione per un medico; è sicuramente una banca dati immane che potete ad esempio suggerire al vostro medico se non è sicuro di un farmaco che vi vuole prescrivere.
Sarebbe molto più semplice una telefonata? Ci ha già pensato qualcuno ed ecco che si può contattare 24 ore su 24 il numero in collaborazione con il reparto tossicologico degli ospedali riuniti di Bergamo. Bisogna indicare il principio attivo del farmaco e non il nome commerciale (leggete quindi sul bugiardino prima)
800.883300
199432326 è il numero della lega del latte dalle 8 alle 20 troverai sempre una consulente pronta ad aiutarti.

Allattamento – Gruppi di sostegno – Associazioni – Letture consigliate



Negli anni si sono costituiti, per fortuna, parecchi gruppi di aiuto e sostegno alle giovani madri che hanno problemi o dubbi sull’allattamento.
Non sto qui a dirvi quanto siano utili, quanto dovete rivolgervi a loro se avete bisogno...sono madri come voi ma con esperienza, quell’esperienza che vi manca per risolvere il problema.
Faccio un esempio banale, per diventare consulente della lega del latte bisogna aver allattato per almeno un anno e fare un “tirocinio” in cui si affianca una consulente più esperta proprio per imparare come si fa!
Potete sicuramente informarvi da voi leggendo dei libri, l’unico rischio è che ci sono ancora troppi libri con indicazioni assurde tipo 10 minuti a seno ogni 4 ore, scritte da illustri medici... per questo vi consiglio quei libri che ho letto io e che mi hanno consigliato due splendide mamme che hanno allattato a lungo. Veniamo al dunque
La leche league – lega per l’allattamento materno
Leche (lece) vuol dire latte in spagnolo, questa lega del latte nasce negli anni cinquanta negli stati uniti da un gruppo di madri desiderose di aiutare le altre madri ad allattare.
E’ sicuramente l’ente più autorevole a livello mondiale per l’allattamento materno.
Adesso è un’associazione che ha praticamente una sede in ogni paese, pieno di donne pronte ad aiutarti.
all’interno si trovano interessanti notizie e articoli su vari temi, suggeriamo in particolare l’elenco delle consulenti a cui ci si può rivolgere (anche solo telefonicamente) per chiedere aiuto
Altri link interessanti da visitare
Dove si trovano tra gli altri moltissimi articoli del Dr Newman
MAMI – Movimento allattamento materno italiano


Libri sull’allattamento:
L’arte dell’allattamento – La leche league international
Un dono per tutta la vita – guida all’allattamento materno – Carlos Gonzales, il leone verde.

Allattamento – Alimentazione della mamma


L’unica certezza che si ha è che l’aglio rende il latte più gradevole ai bambini, si è visto tramite alcuni esperimenti che i bambini poppano leggermente di più se la madre ingerisce aglio.
Altri dati attendibili non se ne hanno.
La madre deve seguire una dieta equilibrata, o meglio avrebbe già dovuto seguirla durante la gravidanza quindi adesso dovrebbe continuare.
Fino a poco tempo fa era stato detto che servivano circa 500 kcal in più al giorno per il periodo dell’allattamento; credo che questo conto derivi dal fatto che il latte materno ha 70 kcal /100 gr, che un bebè di 3 kg ne assume circa mezzo litro al giorno e questo fa già 350 kcal;
si è visto in realtà che ne servono di meno e moltissime mamme allattano senza problemi non assumendo tutte queste calorie in più.
L’ideale sarebbe quello di aggiungere uno spuntino sostanzioso, sulle 200-300 kcal, molte madri però (compresa la sottoscritta) hanno una fame da lupi, in questo caso è bene soddisfare le richieste del nostro fisico (se si è sempre mangiato correttamente il nostro senso dell’appetito dovrebbe essere attendibile) senza esagerare con i dolci ma concentrandosi più su alimenti sani e magari tenendo sempre un occhio alla bilancia.
Non di rado accade infatti che si ingrassi più con l’allattamento che con la gravidanza.
E’ bene ricordare che 3-4 kg in più sono fisiologici finché si allatta quindi è abbastanza normale non tornare al peso forma subito. 
Le convinzioni che dicono che in allattamento non si possa dimagrire perché ci sarebbero in circolo più tossine sembra essere infondata in ogni caso è bene ricordarlo: l’allattamento richiede una fatica al corpo della madre per cui non è di sicuro il periodo indicato per mettersi a dieta.
Potrebbe capitare di notare che il bambino è irrequieto o che improvvisamente ha sviluppato un eczema, in quel caso una possibile causa può essere l’alimentazione della madre.
Capita in bambini molto allergici ad esempio alle proteine del latte vaccino che quel poco che passa nel latte materno basti per scatenare una reazione, in quel caso sarà bene sospendere per almeno una settimana l’alimento sospetto per vedere come va. Il più incriminato è il latte vaccino (seguito da uova e pesce) per cui bisognerà escludere dalla propria dieta il latte e tutti i suoi derivati per una settimana almeno e vedere se la situazione migliora, se al loro reinserimento la situazione peggiora nuovamente quella sarà la riprova che vostro figlio è meglio che stia lontano dai latticini,
Ricordarsi che le proteine del latte, le siero proteine, caseina, e le mille forme in cui si utilizza il latte sono presenti in moltissimi alimenti, merendine, salumi...leggere molto bene le etichette.
Se non si tratta del latte o delle uova o del pesce, può essere molto difficile capire qual’è l’alimento incriminato, in questo caso qualcuno suggerisce di avere un alimentazione base di 3-4 elementi e aggiungere poco a poco gli altri elementi per scoprire qual’è l’agente scatenante; questo non so se sia valido oppure no, credo che sia più opportuno ricorrere ad un medico che vi darà cosa è meglio fare o potrà prescrivere magari dei test allergici.

Allattamento – Esami diagnostici


Anche qui regna la cattiva informazione. Quale esame non potrà mai fare durante l’allattamento?
Di quelli più comuni nessuno è vietato. Iniziamo con le radiografie.
Le radiografie sono onde elettromagnetiche che ci attraversano per pochissimi istanti. Dopo averci attraversati vanno via e non lasciano nessun residuo, si può allattare anche un minuto dopo aver fatto la radiografia. Se la radiografia è con contrasto non vi è comunque nessun problema poiché i liquidi di contrasto che si utilizzano oggi non sono tossici. Potete fare anche la mammografia quindi, qui semmai il consiglio di non farla durante l'allattamento viene dato perché serve un occhio medico molto esperto per decifrare i risultati poiché i vostri dotti sono pieni di latte.
Quindi se il vostro medico vi ha consigliato di farla dopo l’allattamento non temete non è perché fa male ma perché in assenza di indicazioni specifiche se non si è in età avanzata si può benissimo rimandare, e diciamo la verità...perché il vostro medico non pensa che allatterete tre anni, pensa che sia questione di 6 mesi...Se durante l’allattamento fate una mammografia allattate il vostro bambino poco prima così aiuterete il medico che ha di fronte a se un seno un po più vuoto.
Si possono fare anche le tac, le ecografie e le risonanze magnetiche, anche quelle con contrasto.
Ci sono esami particolari come ad esempio la gammagrafia per cui è opportuno sospendere per un pò l’allattamento, proprio per questo serve avere un medico (il vostro o quello di vostro figlio) che sia favorevole all’allattamento perchè ci sarà magari un esame per cui siete in dubbio e sarebbe bello avere un medico che sappia consigliarvi senza preconcetti.

Allattamento – Farmaci


Durante l’allattamento è meglio non prendere medicine. Questo è quello che il mio medico mi ha detto, ma me lo ha detto anche mia madre e anche io sono dell’idea di non prendere medicine, se non servono. Durante l’allattamento i farmaci si possono assumere, se servono, quasi tutti; altra cosa è la gravidanza. Durante la gestazione il bambino è “collegato” alla madre dalla placenta e questa fa passare quasi tutto; quindi un medicinale preso dalla mamma passa tranquillamente anche al bambino e i suoi effetti collaterali sono quasi gli stessi, Se un feto avesse una malattia curabile con antibiotici lo si potrebbe curare dandoli alla madre. L’allattamento è veramente molto molto diverso. Pensiamo al talidomide, di cui abbiamo letto recentemente sui giornali.
Durante l’allattamento i medicinali passano in qualche misura nel sangue materno e di li nel latte . Il rapporto latte plasma ci dice quanto ne passa dal sangue della madre al latte. Se il rapporto latte plasma è 1 vuol dire che nel latte c’è ne sarà tanto quanto nel sangue della madre.
Ad esempio l’amoxicillina è uno di quei farmaci che passa poco nel latte il cui rapporto plasma/latte è 0,03 ovvero 33 volte inferiore. Se la madre assume 1500 mg al giorno di amoxicillina al bambino ne arriva 1 mg al giorno cioè 0,3 mg/kg (supponendo che pesi 3 kg). L’amoxicillina si utilizza per curare l’otite nei bambini con un dosaggio di 80mg/kg. Da qui si capisce come la madre possa ad esempio prendere l’amoxicillina in tutta tranquillità, se serve.
Non si può fare un’analisi dettagliata di tutti i farmaci, però è giusto che la madre non parta dal presupposto che non può prendere niente, neanche se sta male perché non è così.
Bisogna però, per tempo, cercare un medico o un pediatra che sia un sostenitore dell’allattamento e che magari ne capisca qualcosa a proposito, purtroppo ancora oggi sono tanti i medici che considerano la cosa in modo binario e impongono alla madre di fatto una scelta.
Ci sono dei farmaci che si possono tranquillamente prendere al bisogno, non è necessario soffrire inutilmente rischiando di fare ancora più danno...come è successo alla sottoscritta che per non curare una febbriciattola, è finita al pronto soccorso con una polmonite. Pensateci per tempo e prendete le informazioni opportune in merito.

Allattamento – Cosmetici e tinture


Sembra che per i cosmetici non ci siano problemi, quindi anche le temute creme depilatorie possono usarsi, semmai il problema è che essendo estremamente corrosive bisogna essere certi di non averne neanche un briciolo quando si prende il bambino in braccio e di riporla in un luogo sicuro (potrebbe sembrare dentifricio!). 
Spesso alla madre si sconsiglia di effettuare la tintura per capelli per via della resorcina contenuta in questi prodotti, gli esperti dicono che non vi è alcun problema poiché semmai ci sono state tinture tossiche è da parecchi anni che non vengono più utilizzate, in ogni caso la quantità che dalla pelle passerebbe nel sangue e da li al latte sarebbe veramente irrisoria.
Se come me avete comunque paura non fate nulla e tenetevi il fascino dei primi capelli bianchi...se non riuscite a resistere ma volete tenervi al sicuro potete fare delle meches (il colore non entra in contatto con la pelle ma solo con i capelli) oppure utilizzare l’henne, oppure ancora tutte le parrucchiere oggi dispongono di una serie di tinture naturali! Insomma se vogliamo tingerci i capelli possiamo.
Bisogna prestare attenzione invece ad alcune creme anticellulite che contengono ormoni, quelle non sono creme idratanti ma andrebbero trattati al pari di una medicina, io per quelle chiederei consiglio al medico anche se mi sento personalmente di sconsigliarle.

venerdì 7 settembre 2012

Allattamento – Alcool e fumo


Alcool e fumo fanno male, a tutti e sempre. 
Durante la gravidanza è altamente sconsigliato sia fumare che bere, per quanto riguarda l’allattamento il discorso è leggermente diverso.
La parte più pericolosa del fumo è nei fumi di combustione e nel catrame non nella nicotina in circolo, sono ormai quasi tutti d’accordo nel dire che il fumo non rende il latte della madre peggiore di quello artificiale. 
E’ necessario invece che chi fuma, non solo la madre, non lo faccia negli stessi ambienti del bambino; andate in balcone perché fa più male l’aria che si respira stando accanto a chi fuma che la nicotina contenuta nelle sigarette o nei cerotti contro il fumo.
Ovvio che sarebbe meglio smettere, o ridurre al minimo, più per la madre che per il bambino che prende il latte.
L’alcool passa facilmente nel sangue materno, il rapporto latte/plasma è pari a 1. 
Mi ha molto colpito il ragionamento fatto da Gonzales nel suo libro per cui ve lo illustrerò.
Una persona che beve con un livello 0,15% è visibilmente ubriaca, il limite per guidare è di 0,025%, è ragionevole pensare che se si supera questo limite non ci si ubriachi, supponendo quindi che una donna che allatta beva dei drink e abbia un livello di 0,04%, nel suo latte ci sarebbe 0,04% di alcool; una quantità irrilevante. 
Difficilmente quindi l’alcool può provocare danni al bambino, difficilmente è d’obbligo perché i bambini bevono molto latte e perché all’inizio il loro organismo è immaturo e quindi non in grado di smaltire l’alcool. 
E’ chiaro che la madre che allatta non si ubriacherà...ma se vuole prendere un bicchiere di vino ogni tanto può.
Ricordarsi invece che in gravidanza questo discorso non è valido, non esiste un quantitativo ritenuto sicuro e quindi è meglio l’astensione totale.

Allattamento – Problemi al seno – Mastite


La mastite è un’infezione, in genere causata da un ingorgo che non viene risolto. La mastite si riconosce perché oltre ad avere i seni dolenti e un diffuso malessere, arriva la febbre. Molte donne sentono inoltre calore; tipicamente il dolore riguarda solo un seno. 
La febbre è il sintomo più evidente che si ha la mastite. 
Circa la metà dei casi di mastite si risolve in modo spontaneo con gli stessi accorgimenti dell’ingorgo ovvero poppate frequenti ed estrazione del latte in eccesso, per una buona metà dei casi serve invece l’antibiotico ed è quindi sempre bene consultare un medico.
In ogni caso non smettere di allattare; sono ancora molti i medici che purtroppo ancora oggi consigliano alla donna di sospendere l’allattamento in caso di mastite, non serve; si possono offrire entrambi i seni. 
A volte i bambini rifiutano il seno con la mastite perché il latte risulta essere più salato, in questo caso il seno non malato aumenterà la produzione di latte per accontentare i bisogni del bambino, dall’altro occorre estrarre il latte sia per evitare un ascesso sia per mantenere la produzione di latte.

Allattamento – Problemi al seno – Ingorgo


L’ingorgo mammario in una certa misura è fisiologico all’inizio dell’allattamento. Nei primi giorni il bambino succhia e la produzione di latte viene stimolata, questa stimolazione è molto veloce soprattutto all’inizio che questo meccanismo è in fase di rodaggio e il nostro organismo produce molto latte, più di quello che gli alveoli possono immagazzinare. 
Se questo eccesso di latte non viene rimosso gli alveoli questi si distendono (nei casi più gravi si rompono) e diminuiscono l’afflusso di sangue, questa pressione ostacola il normale drenaggio e quindi il ristagno predispone all’insorgenza della mastite, come se non bastasse, inoltre il FIL inibisce la produzione di ulteriore latte e quindi il sistema va al collasso, la produzione interrotta e il latte riassorbito.
In una fase definita fisiologica l’ingorgo raggiunge il suo picco dopo la montata lattea intorno al sesto giorno. 
E’ inoltre utile sapere che l’ingorgo riguarda anche le donne con precedenti esperienze di allattamento, anzi proprio in questi casi è più facile che venga (ma è anche più facile che vada via senza problemi). 
Una curiosità che dovrebbe far riflettere, molte donne con l’ingorgo indossano un reggiseno con delle coppe troppo piccole!
Generalmente una donna che ha l’ingorgo non fatica a capirlo, i seni sono duri e dolenti e si ha difficoltà a far uscire il latte, molte donne notano anche che il latte è stranamente denso o filamentoso.
Veniamo ai rimedi, le dicerie delle nonne indicano di mettere del ghiaccio secco (una busta di verdure surgelate) sui seni tra una poppata e l’altra, mentre poco prima sarebbe utile fare impacchi con panni caldi. 
Questi due sono tuttavia rimedi non scientificamente dimostrati validi e quindi se danno sollievo bene ma non sono da eseguire come dogma.
Di sicuro serve estrarre il latte in eccesso, attaccate quindi il bambino se riuscite. A volte il seno è talmente teso e gonfio che il piccolo con la sua boccuccia non riesce ad attaccarsi (ne ho avuta io stessa esperienza durante il mio fisiologico ingorgo), in questo caso è doveroso estrarre un pò di latte; ma così non aumenterà ancora la produzione di latte, innescando un circolo vizioso? Lo pensavo anche io, la risposta è assolutamente no, se si estrae solamente il minimo quantitativo di latte che serve a diminuire il dolore, la situazione migliorerà pian piano.
Non ci sono altri rimedi e bisogna stare attenti perché l’ingorgo rischia di diventare mastite.

Allattamento – Problemi al seno - Ragadi


Quando inizia l’allattamento di solito la madre ha le ragadi, le ragadi sono delle lesioni che compaiono sul capezzolo, questo avvenimento spiacevole ma molto comune è dovuto principalmente al fatto che il bambino non è ben attaccato al seno. Durante la mia permanenza in ospedale tuttavia, ho potuto notare che tutte le mamme alla prima esperienze avevano dei dolori mentre allattavano. All’inizio un leggero fastidio è normale, il capezzolo è una zona molto sensibile ed è normale che non essendo abituate si provi fastidio. Se il fastidio continua però anche dopo qualche giorno non’è normale e la cosa andrebbe valutata, principalmente il motivo per cui si ha dolore e vengono le ragadi è il mal posizionamento del bambino. 
E’ importantissimo verificare che il piccolino sia ben attaccato altrimenti la situazione peggiora e purtroppo per molte donne le ragadi sono la causa della fine dell’allattamento. Esistono in commercio molte medicazioni per le ragadi alcune prevedono la pulizia del capezzolo prima di allattare il bambino altre no, i pareri più autorevoli dicono che niente serve in realtà, io dalla mia ho provato l’olio vea come mi aveva consigliato l’ostetrica in ospedale e devo dire che certo non fa miracoli ma un pò aiuta. 
Nel frattempo bisogna assolutamente attaccare bene il bambino perché altrimenti nessun rimedio potrà risolvere la situazione. Anzi, se il bambino non è ben attaccato non mangerà neanche abbastanza, magari crescerà meno del dovuto, magari vi consiglieranno di dare l’aggiunta...d’altra parte il seno duole quando non si allatta frequentemente. 
I due consigli più frequenti sono quello di eliminare le coppette assorbi latte e lasciare il seno all’aria, sarebbe anche utile a fine poppata mettere sui capezzoli qualche goccia di latte spremuto. 
Bisogna dire che se si ha la pazienza di aspettare (non di soffrire eh!) il problema tende a risolversi da solo perché il bambino crescendo ha una maggiore capacità di attaccarsi correttamente avendo la bocca più grande. La mia personale esperienza è che ho sofferto le prime tre settimane poi grazie alla mia bimba direi che il problema è sparito. 
Ricordate le due cose più importanti: attaccare bene il bambino (chiedete aiuto se avete dubbi) e allattate a richiesta!

sabato 1 settembre 2012

Allattamento – Differenze tra bambini allattati al seno e artificialmente


Le differenze tra i bambini allattati al seno e artificialmente più vistose sono tipicamente le evacuazioni. Le evacuazioni di un bambino allattato al seno sono gialle o arancioni molto molli e con un odore acido tipo yogurt , le evacuazioni di un bambino allattato artificialmente sono invece più dure e di colore tendente al marrone, sicuramente maleodoranti, inoltre di solito la stitichezza è una questione che riguarda di più i bambini allattati artificialmente. Inoltre le carni dei bambini allattati al seno sono più sode mentre a volte i bambini allattati al biberon sembrano “gonfi”.
Sicuramente i bambini allattati al seno si svegliano con una maggior frequenza, questo è dovuto al fatto che il latte materno si digerisce in circa un’ora e mezza mentre il latte artificiale si digerisce in mediamente quattro ore, se ci fate caso questi tempi sono i tempi in cui ogni bambino prende il latte quando è piccolo. 
Altra differenza è il ruttino, i bambini allattati al seno fanno pochi ruttini, quindi finito di allattare se volete tirare su il bambino per fargli fare il ruttino, fate pure, se però non lo fa non ne facciamo un dramma.

Allattamento – Curve di crescita

Le curve di crescita sono lo strumento in nostro possesso per verificare che il bambino stia crescendo nel modo corretto. Nelle curve di crescita sono riportati tutti bambini considerati sani e quindi ci sarà una metà dei bambini (sani) che sta sotto la curva media e una metà (altrettanto sana) che sta sopra. In qualsiasi punto si collochi il vostro amato bebè va bene, la cosa importante è verificare che segua sempre la stessa curva. Se il vostro bambino segue la curva del 10° percentile va benissimo, vuol dire solo magari che è un bambino piccolino (magari i genitori non sono statuari?) altrettanto bene se segue la curva del 75° percentile. Se però vostro figlio stava seguendo la curva del 50° percentile e ad un certo punto vi ritrovate su quella del 25° percentile, allora la situazione merita una visita dal pediatra che valuterà se eventualmente qualcosa sta interferendo con la crescita.
Teniamo conto che le curve di riferimento sono state realizzate nella maggior parte dei casi, con dei bambini allattati artificialmente e quindi che pesavano di più, le nuove curve (spesso quelle stampate sulle agendine fornite in ospedale alla nascita non sono aggiornate) sono sul sito dell’OMS (del 2006 e si riferiscono a bambini allattati principalmente al seno).
Purtroppo non è presente la pagina in italiano, il link al quale trovate le curve sottostanti è questo
Noi riportiamo le sei curve che riteniamo più importanti, ovvero in base all’età peso, altezza, circonferenza cranica, per maschietti e femminucce. 
Sul sito dell’OMS troverete anche altre utili informazioni ad esempio sulla lunghezza degli arti, oppure le milestones dell’apprendimento, nonché i criteri che sono stati adottati per selezionare i bambini; i dati che abbiamo scelto di riportare sono quelli che il pediatra rileva ad ogni bilancio salute e quindi quelli che di solito abbiamo sottomano con più facilità.
Cliccare sulle immagini per ingrandire









 





 

Allattamento – Scatti di crescita


Quasi tutti i bambini, con tempi diversi per ciascuno, hanno degli scatti di crescita. Sono periodi in cui il bambino ha bisogno di mangiare di più per soddisfare le richieste crescenti del suo organismo. 
Tipicamente questi scatti di crescita avvengono a pochi giorni dalla nascita, a sei settimane e a tre mesi, come detto ovviamente sono solo dati indicativi. Durante gli scatti di crescita il bambino sembra perennemente attaccato al seno, questo è giusto e corretto, attaccandosi più spesso infatti fa in modo tale che la produzione di latte aumenti e soddisfi le sue nuove esigenze. Di solito basta tener duro per 24-48 ore e la produzione di latte si assesterà sui nuovi valori richiesti dal bambino. 
Anche se sembra che il seno sia completamente vuoto, attaccate il bambino e abbiate fiducia. Se come me fate le doppie pesate e siete sconfortate quando vedete che il bambino ha preso 0 oppure 5 gr pur stando attaccato un’ora, non perdete la speranza e non gettate la spugna; accertatevi che sia ben attaccato e aspettate.
In passato molti allattamenti finivano proprio in coincidenza dello scatto di crescita dei tre mesi, perché il bambino si attaccava più spesso e qualcuno sentenziava che il latte della mamma non bastava più, che il bambino era affamato e quindi si dava l’aggiunta con il biberon, che ovviamente oltre a non migliorare la situazione la peggiorava e moltissime mamme da li a poco avrebbero smesso di allattare. 
Negli States, dove era di moda svezzare il bambino prestissimo, spesso lo scatto di crescita dei tre mesi coincideva con l’inizio dello svezzamento. Adesso sappiamo che bisogna solo aspettare con pazienza, se lo avessero saputo anche molte altre mamme in passato!

mercoledì 29 agosto 2012

Allattamento – Quanto latte?


Questo è il vero dilemma delle donne che allattano al seno. Beato chi da il biberon che può andare a letto la sera pensando: “E’ tutto a posto oggi ha preso tutto il latte prescritto”, oppure “Oggi ha mangiato 100 gr meno del solito, come mai? Domani farò attenzione”.
La mamma di un bambino allattato al seno non può rispondere a tutte queste domande e quindi di solito non riesce ad aspettare una settimana e si sottopone il bambino ad una serie infinita di pesate si inutili ma rassicuranti. A me è capitato, soprattutto all’inizio che la bambina non cresceva molto e avevo uno stuolo di parenti che decantava la bellezza del biberon e che noi mettevamo 1.5 kg al mese con il biberon!
Io avevo trovato su internet le seguenti indicazioni:
Quantità di latte giornaliera = 10% del peso del bambino + 250 gr.
Che sarebbero le indicazione che utilizzano i pediatri per dare il latte artificiale
Devo dire che un giorno ho preso mia figlia e ho fatto una serie infinita di doppie pesate per stabilire quanto latte avesse assunto, il tutto con fini calcoli matematici pre e post cacca e pipì.
Devo dire che quello che ho ottenuto era molto simile, nell’ordine dei 100 gr, ai valori che avevo calcolato.
Molte di voi saranno inorridite, ma conosco anche parecchie mamme che dopo' aver visto questo conto si sono avventurate nel fare una prova un giorno, per vedere, senza nessuna pretesa ovviamente.

Allattamento – Mangia abbastanza?


Storicamente si consigliava di guardare i pannolini. Se bagna almeno 6-8 pannolini al giorno mangia abbastanza. Panico. Non so voi ma a me era preso il panico...bagnare 6 pannolini?
Queste indicazioni erano state date quando i pannolini erano di stoffa e quindi te ne accorgevi quando il bimbo lo bagnava...adesso i super pannolini che ci sono se non li pesi rischi anche di non accorgerti che il bimbo ci ha fatto la pipì, magari più di una volta.
Ecco quindi che informandomi un po' qui e un po' li ho trovato che con i pannolini usa e getta moderni, quel numero 6-8 di riduce a 3-4.
Si dovrebbero guardare anche le scariche, all’inizio il bambino fa anche parecchie scariche al giorno.
La cosa migliore da fare per vedere se un bambino mangia è quella di pesarlo ogni settimana.
Si sa che la doppia pesata non ha un gran significato e anzi spesso non si nota variazione di peso (a me è successo un numero infinito di volte) e si conclude che il bambino non mangia e non c’è latte.
L’aumento di peso durante le prime settimane di vita dovrebbe essere sui 150-250 gr a settimana anche se fino a 125 gr è considerato ragionevole. 
Se cresce meno no, se avete dubbi andate dal vostro pediatra, ditegli però che ci tenete all’allattamento al seno e che preferireste ancora provare, ci sono ancora oggi purtroppo' un esercito di pediatri dal biberon facile.
Ogni tanto si sente qualche mamma che sostiene che il suo bimbo mangia abbastanza perché non piange, questo è ragionevole nella maggior parte dei casi, ma state attenti perché ci sono casi in cui il bimbo non mangia abbastanza ma è troppo' “stanco” per lamentarsi. Se lo pesate ogni settimana potete però accorgervene tempestivamente.

Allattamento – La composizione del latte


Il latte ha una composizione talmente diversa da donna a donna, da poppata a poppata che non ha un gran senso fare delle analisi per stabilirne la composizione.
Sappiamo anche che essendo specie-specifico non ha bisogno di dimostrare la sua validità, ma se come me siete curiose di sapere quante kcal ha il
vostro latte sappiate che è un po' più grasso del latte intero che trovate in commercio, si parla di 65-70 kcal ogni 100 gr di latte.
La cosa utile da sapere sulla composizione del latte è invece che all’inizio è molto liquido e via via che continua la poppata diventa sempre più nutriente, quindi è utile se avete un bambino che non cresce molto accertarvi che assuma anche la parte finale del latte.
In estate ad esempio, spesso i bambini si attaccano ogni ora per un minuto, è perché vogliono bere, non hanno fame ma hanno sete.
Questo è anche il motivo per cui non serve dare acqua ai bambini durante i primi sei mesi, il vostro latte copre sicuramente questo fabbisogno e lo arricchisce senz’altro di sostanze più nobili.

Allattamento – Come aumentare la produzione di latte



Per aumentare la produzione di latte non ci sono molte cose da fare. La produzione abbiamo visto è un meccanismo di domanda-offerta, quindi se ne volete di più dovete chiederne di più, il che vuol dire attaccare il bambino più spesso, o in alternativa utilizzare nei momenti liberi il tiralatte.
Bisogna tenere conto però, che nessun tiralatte è efficiente come la suzione del bambino.
Personalmente, con il tiralatte riuscivo ad estrarmi esigue quantità di latte (mai superati i 75 ml), quando la bambina ha fame invece in neanche quindici minuti prende 200 gr di latte.
E poi diciamo la verità è molto più comodo allattare il proprio figlio a letto magari facendo un mezzo sonnellino che mettersi li con il tiralatte.
Altra cosa molto importante è dare entrambi i seni, aspettando che il bambino decida lui quando ha finito. Offrite un seno, quando vi sembra che stia iniziando a distrarsi o che non succhia più con vigore, cambiate seno. Fatelo più volte per poppata. 
Così innescherà il meccanismo della prolattina in entrambi i seni e ci sarà maggior produzione di latte.
Ricordate che la composizione del latte cambia, quindi se staccate voi il bambino rischiate di non fargli assumere la parte grassa del latte, quella più nutriente.
Ancora una cosa, visto che il picco di prolattina è più elevato la notte, se ve la sentite attaccate il bambino la notte così da stimolare maggiormente la produzione.

Allattamento – Estrazione e conservazione del latte


Può servire estrarre il latte e conservarlo per eventi futuri.
Di solito l’esigenza sorge quando si rientra al lavoro.
Con una buona manualità si può estrarre il latte con le mani, oppure utilizzare un tiralatte manuale o elettrico, singolo o doppio; oggi si ha veramente molta scelta.
L’importante è lavarsi sempre molto bene le mani.
Le indicazioni sono le seguenti (fonte documento ministero della salute):
Dopo' essersi seduta comodamente e inclinata leggermente col busto in avanti, questi sono gli step per effettuarla:
Prima di iniziare massaggiare il seno per due o tre minuti in modo da avviare la produzione di ossitocina
Mettere il pollice sopra capezzolo e areola e l’indice sotto capezzolo e areola di fronte al pollice e sostenere la mammella con le altre dita (a)
Premere il pollice e l’indice leggermente verso il torace.
Comprimere la mammella dietro il capezzolo e l’areola tra pollice e indice (b)
Comprimere e rilasciare. Ripetere l’operazione. Dopo' un po' spostare le dita per spremere il latte anche da altri punti della mammella (c).





E’ stato dimostrato che guardare una foto del bambino o semplicemente pensare al bambino può aiutare ad eseguire l’operazione di estrazione in modo più efficiente.
Per la conservazione bisogna ricordare che il latte può essere tenuto in frigorifero 24 ore. Durante le 24 ore si può anche mischiare il latte. Se ad esempio ne estraete 50 ml nel pomeriggio potete mischiarlo con quello estratto in mattinata e procedere poi al consumo entro 24 ore (si conta dalla prima estrazione), oppure al congelamento.
Parecchi testi dicono che il latte in frigorifero dura 5 giorni ma poi all’atto pratico consigliano di non farne passare più di due, parecchi danno anche come limite le 24 ore, termine oltre il quale conviene congelare ed eventualmente scongelare. Diciamo che non vi è alcun motivo di aspettare più di 24 ore, o serve subito e si lascia in frigo oppure è una scorta e si congela.
Per congelare il latte sono consigliabili i sacchetti ad hoc (non quelli del freezer) o degli appositi contenitori che però risultano essere molto costosi.
Ricordarsi di congelare in piccole quantità, così se vostro figlio ha un po' di fame non dovrete poi buttarne molto, e scrivere sempre la data.
Il latte può essere tenuto nel freezer a -18°C fino ad un anno.
Il latte a temperatura ambiente poco, dipende dalla temperatura, ma non più di 4 ore di solito.
Non è saggio se vi togliete il latte al lavoro lasciarlo fuori dal frigorifero fino all’ora del rientro a casa.
Per scongelare il latte è sconsigliato sia il microonde sia il diretto contatto con un pentolino sulla fiamma. 
Il microonde è sconsigliato poiché distrugge alcune immunoglobuline, considerando che il latte artificiale non ne ha neanche una, se il bambino non è piccolissimo questo non è un gran problema. 
Il rischio del microonde sono le ustioni, a differenza degli altri metodi il microonde permette all’alimento di raggiungere temperature anche molto diverse nei vari punto dell’alimento, a chi non è mai capitato di scongelare qualcosa al microonde e trovare delle parti ancora un po' fresche all’esterno e magari bollenti all’interno? Ecco il rischio è proprio questo.
Dato che probabilmente quando si ha l’esigenza di scongelare del latte si è in emergenza non si avrà il tempo' di metterlo in frigorifero e aspettare che faccia da se, la cosa più comune è allora quella di mettere il contenitore sotto l’acqua corrente del rubinetto, oppure immergerlo in una bacinella piena di acqua tiepida, questi due procedimenti dovrebbero portare in pochi minuti alla soluzione del problema. 
Ricordarsi di agitare sempre il contenitore prima di utilizzarlo perché la parte grassa del latte tende a separarsi dalla parte liquida.
Di solito il latte scongelato non ha un buon odore, ma questo tipicamente non vuol dire che è andato a male. L’odore di rancido è dovuto ad un processo di idrolisi dei grassi. 
Di solito i bambini lo prendono senza fare troppi complimenti.
Il latte congelato va consumato entro 24 ore e ovviamente mai ricongelato.
Come tutti gli altri alimenti, il latte avanzato dal bambino va gettato via e non riconservato poiché la saliva ha già avviato il processo di contaminazione (ma anche se credo che nessuno riutilizzi il latte avanzato da un bambino per la volta dopo', è sempre bene dirlo non si sa mai).